La nostra è una storia che ha ormai quasi 50 anni. Siamo nati come gruppo informale di volontari nel 1976. Sotto la guida di Don Bruno Frediani, storico presidente del Ce.I.S. sostenuto dall’arcivescovo di Lucca mons. Giuliano Agresti, raccogliemmo la sfida di aiutare i giovani con il problema, allora emergente, della dipendenza e di sostenerli nella ricerca di nuove e migliori prospettive.
Nel gennaio del 1979 ci siamo costituiti in Associazione di Volontariato, il Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”.
Eravamo un gruppo di “pionieri”, abbiamo dovuto studiare e formarci per lavorare in un ambito di cui poco si conosceva e abbiamo abbracciato il Progetto Uomo dando vita alle prime comunità, intese ancor prima che come struttura terapeutica, come stile di vita e modello di relazioni.
Con il Progetto Uomo, in alternativa alla repressione, abbiamo messo al centro la persona e l’idea di cambiamento.
Per questo non abbiamo mai rinunciato ad accogliere, essere solidali e difendere i diritti di chi non ne ha.
Don Bruno, anche dopo aver lasciato la presidenza nel 2016, è stato per noi un esempio: le nostre porte non si sono mai chiuse e il nostro percorso non si è fermato all’ambito delle dipendenze. Negli anni Ottanta abbiamo accolto nuovi bisogni, come il disagio giovanile ed affrontato grandi emergenze, come l’Aids.
Dell’Aids abbiamo avuto paura, ma, anche questa volta, abbiamo accolto e ci siamo presi cura.
Nel tempo i volontari sono stati affiancati da figure professionali diverse e specializzate e abbiamo ampliato la rete di collaborazioni con enti pubblici e del terzo settore.
Ma è questa pratica del prendersi cura che ancora motiva le nostre azioni e anima i nostri progetti.
Per questo ci siamo spinti verso la Cooperazione Internazionale, in Brasile, nel 1984, con un progetto per giovani e adolescenti e in Rwanda, nel 2006, con un progetto sull’Aids.
La nostra idea del prenderci cura non si è fermata all’accoglienza. Chi è in difficoltà, chi è ai margini ha bisogno di opportunità per riprogettare il suo futuro. Considerando il lavoro una grande opportunità, negli anni Ottanta abbiamo promosso le prime cooperative, che, successivamente, con nostra grande soddisfazione, sono state capaci di camminare con le proprie gambe. Ma le opportunità di promozione umana e di trasformazione sociale nascono anche dalle spinte culturali. Per questo, sempre a partire dagli anni Ottanta, abbiamo promosso, a sostegno delle nostre attività, un Centro Studi e Documentazione.
A chi ha bussato abbiamo sempre aperto nuove porte e la Casa S. Francesco, nata nel 2001, è stata il tetto di tante persone che si trovavano in condizione di estrema marginalità e vulnerabilità sociale. A partire da questa esperienza ci siamo presi cura di migranti, profughi, vittime di sfruttamento e tratta, persone in emergenza abitativa, donne sole con o senza figli.
In questa lunga storia abbiamo e stiamo lavorando anche a tante attività di sensibilizzazione e di prevenzione e stiamo prestando particolare attenzione alle attuali difficoltà dei giovani e alle dipendenze comportamentali, in particolare il gioco d’azzardo.
Nel 2022 siamo diventati Fondazione.
Costruire insieme un mondo migliore è ancora il nostro sogno.